Trattamento con terapia di mantenimento con Niraparib nei pazienti con tumore ovarico avanzato di nuova diagnosi


L'efficacia della terapia di mantenimento con Niraparib ( Zejula ) con una dose iniziale individualizzata ( ISD ) merita ulteriori indagini in un'ampia popolazione con tumore ovarico avanzato ( aOC ) di nuova diagnosi, comprese le pazienti senza malattia residua postoperatoria.

Sono state valutate l'efficacia e la sicurezza di Niraparib con un dose iniziale individualizzata in un'ampia popolazione con tumore all'ovaio avanzato di nuova diagnosi ( resezione R0 consentita ).

Uno studio di fase 3 multicentrico, randomizzato, in doppio cieco, controllato con placebo è stato condotto in Cina e ha arruolato 384 pazienti con tumore ovarico avanzato di nuova diagnosi che hanno ricevuto un intervento chirurgico di debulking primario o di intervallo e hanno risposto al trattamento con chemioterapia di prima linea a base di Platino.

Al cutoff dei dati ( 30 settembre 2021 ), il follow-up mediano per la sopravvivenza libera da progressione ( PFS ) è stato pari a 27.5 mesi.

Le pazienti sono state randomizzate a ricevere Niraparib oppure placebo con dose iniziale individualizzata ( 200 mg/die per quelli con un peso corporeo inferiore a 77 kg e/o conta piastrinica inferiore a 150 x 103/microl al basale; 300 mg/die altrimenti ) stratificando in base allo stato della variante BRCA germinale, allo stato di deficit di ricombinazione omologa del tumore, alla chemioterapia neoadiuvante e alla risposta alla chemioterapia di prima linea a base di Platino.

L'endpoint primario era la sopravvivenza libera da progressione valutata in cieco da una revisione centrale indipendente nella popolazione intention-to-treat ( ITT ).

In totale 384 pazienti sono state randomizzate ( 255 a Niraparib, 66.4%; età mediana, 53 anni; 129 a placebo, 33.6%; età mediana, 54 anni ) e 375 ( 247 a Niraparib, 65.9%, 128 a placebo, 34.1% ) hanno ricevuto il trattamento alla dose di 200 mg al giorno.
La sopravvivenza mediana senza progressione con Niraparib versus placebo è stata di 24.8 vs 8.3 mesi ( hazard ratio HR, 0.45; P minore di 0.001 ) nella popolazione intention-to-treat; non-raggiunta vs 10.8 mesi ( HR, 0.40 ) e 19.3 vs 8.3 mesi ( HR, 0.48 ), rispettivamente, nei pazienti con e senza varianti BRCA germinali; non-raggiunta rispetto a 11.0 mesi ( HR, 0.48 ) e 16.6 vs 5.5 mesi ( HR, 0.41 ), rispettivamente, nelle pazienti con deficit di ricombinazione omologa ( HRD ) e ricombinazione omologa efficiente; e 24.8 vs 8.3 mesi ( HR, 0.44 ) e 16.5 vs 8.3 mesi ( HR, 0.27 ), rispettivamente, in quelle con debulking ottimale e subottimale.

Proporzioni simili di pazienti trattate con Niraparib e trattate con placebo ( 6.7% vs 5.4% ) hanno interrotto il trattamento a causa di eventi avversi emersi dal trattamento.

Questo studio clinico randomizzato ha rilevato che la terapia di mantenimento con Niraparib ha prolungato la sopravvivenza libera da progressione nelle pazienti con tumore ovarico avanzato di nuova diagnosi, indipendentemente dalla malattia residua post-operatoria o dallo stato dei biomarcatori.
La dose iniziale individualizzata si è rivelata efficace e sicura nell’ambito del mantenimento di prima linea. ( Xagena2023 )

Li N et al, JAMA Oncol 2023; 9: 1230-1237

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